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Giornalismo su carta e sul Web: differenze e analogie

L’era dell’informazione digitale farà sparire la carta stampata? Il giornalista riesce ancora a comunicare?

a cura di Silvia Caruso, Gravità Zero


L’era dell’informazione digitale farà sparire la carta stampata?  Il giornalista riesce ancora a comunicare? Abbiamo rivolto queste domande ad Ada Guglielmino, direttore di The Daily Bit, giornalista professionista freelance.

Quali sono, secondo lei, le basi per una corretta comunicazione?
Sulla comunicazione sono stati scritti fiumi di inchiostro. Ma ci sono degli ingredienti di base che bisogna sempre tenere presente. Mi riferisco a:
  • EMITTENTE, nel senso di chi comunica e struttura un messaggio per condividerne il contenuto e la forma;
  • RICEVENTE, colui che deve decodificare, comprendere, interpretare e verificare il messaggio. Il ricevente è anche colui che raffronta e confronta il messaggio in base al proprio repertorio di conoscenze, sensibilità, contesto ideologico e quindi sottopone il messaggio a una operazione di “accettazione”, “modifica”, o “ripulsa” del messaggio stesso;
  • CANALE, il mezzo di propagazione che può essere fisiologico (voce, tono, parlato) o tecnologico (media e carta stampata);
  • CODICE, il complesso dei segni stabilito per convenzione. In parole semplici il modo in cui un messaggio viene trasmesso per essere compreso dal ricevente. I codici saranno diversi a seconda del canale di trasmissione, ma avranno sempre l’obiettivo di far comprendere il messaggio;
Oggi, nel mondo frenetico che ci circonda, la gente ha poco tempo da dedicare alla lettura. Come si può fare per avvicinare il lettore alla stampa? Gli studi dimostrano che un lettore che legge un articolo sulla carta stampata dedica dai 30 ai 90 secondi al pezzo, perciò se l’articolo non è interessante tende a spostarsi o si sposta immediatamente. Si stima che un lettore arrivi a leggere circa 300 parole prima di decidere se proseguire o meno. Per questo non si finisce mai di mettere in evidenza l’importanza del lead, dell’attacco dell’ articolo, che fa davvero la differenza. L’articolo deve iniziare in modo da catturare l’attenzione del lettore e stimolare la sua curiosità.

E questo vale anche per i giornali on-line? Sul web cambia tutto, soprattutto per le modalità di lettura. Una ricerca di Jacob Nielsen del 1999 ha dimostrato che il 94% degli utenti sul web legge solo i titoli, il 74% cerca ciò che gli interessa. È molto interessante osservare come un occhio si sposta mentre si legge su internet (N.d.R.: come si vede in questo filmato). Un articolo scritto sul web non ha problemi di spazio come imposto invece sulla carta stampata dall’impaginazione, per questo può essere anche più lungo e più ricco di immagini. Ma proprio tenendo conto di quanto abbiamo detto, il mio consiglio è di non superare i 3000 caratteri quando si scrive una notizia. Ovviamente oggi anche sul web ci sono siti di approfondimento in cui questo limite si può superare.

Che differenze individua fra comunicare attraverso la carta e via web? L’informazione della carta stampata è monodirezionale, cioè da chi ha scritto a chi legge, mentre sul web è bidirezionale, perché il lettore può intervenire con commenti, soprattutto con la nascita e lo sviluppo dei blog.
In entrambi i casi l’informazione è asincrona, la notizia viene pubblicata indipendentemente da quando il lettore la leggerà o si collegherà sul web.
 
Ma secondo lei un utente protagonista che può accedere liberamente al web , modificando i contenuti della notizia, non mette a rischio la credibilità della comunicazione?
In realtà l’utente non modifica direttamente la notizia, ma può intervenire per fornire precisazioni, commentare, criticare. Però chi scrive sul web deve ricordare che per molto tempo la notizia presente sul web è stata vista come “effimera” rispetto a quella della carta stampata. In realtà si confondeva l’opportunità di modificare o correggere con la permanenza e la disponibilità di un testo.
Questo perchè modificare una notizia sul web è sempre possibile anche dopo l’avvenuta pubblicazione, mentre non lo è per la carta stampata.
Oggi sappiamo che comunque la notizia sul web anche se viene archiviata e non pubblicata continua ad esistere e ad essere recuperabile per anni nei motori di ricerca attraverso la copia cache.
Per questo è importante, quando si scrive un articolo per il web, “contestualizzare” l’informazione, mettendo sempre la data (giorno/mese/anno) dell’articolo e, se possibile, fare dei riferimenti precisi anche nell’articolo, spiegando perché si stia affrontando quell’argomento in quel determinato momento.
 
Come si inizia a scrivere un articolo?
Scrivere un articolo e un po’ come mettere “un mattone dopo l’altro” per costruire un muro.
Si inizia dal fatto, dalla notizia per poi passare ai particolari e agli eventuali approfondimenti.
Per quanto riguarda la forma, prima di tutto la semplicità: scrivere in modo semplice, non banale né con “faciloneria” ma usando un linguaggio semplice e specifico.
E poi rapidità e brevità.
Nella carta stampata ci sono gli obblighi della “gabbia di impaginazione” che definiscono la lunghezza di un articolo (il numero di battute, lo spazio per le immagini, la lunghezza delle didascalie); nel web semplicità, brevità e rapidità sono importanti per ridurre i tempi di lettura.
La brevità riguarda anche la costruzione della frase: frasi brevi sono preferite a periodi troppo lunghi.
Bisogna riuscire a esporre il maggior numero di fatti con il minor numero di parole.
 
Ci può fare degli esempi di frasi brevi?
Per esempio è importante omettere le parole inutili.
Vediamo alcuni casi, che riprendo da un mio vecchio manuale, ma che rendono bene l’idea:
il nuovo progetto-pilota, se parliamo di “progetto” si sottintende che è nuovo pertanto è inutile scriverlo;
risultato finale, un risultato è già la conclusione di qualcosa pertanto finale non serve, a meno che si stia parlando di un evento sportivo in cui ci sono anche i risultati “parziali”;
di forma quadrata = quadrato o anche il settore della finanza = la finanza;
di colore rosso, rosso è già un colore.
 
Brevità e semplicità sono gli unici punti importanti della scrittura o ve ne sono altri?
Chiarezza, il linguaggio deve essere comprensibile.
Prima di scrivere dobbiamo conoscere il nostro lettore, perché questo ci permetterà di capire quale linguaggio sarà più adatto per comunicare con lui, se più divulgativo, più specifico.
Se scrivo per un giornale degli ingegneri posso usare dei termini tecnici. Se scrivo per un quotidiano il mio linguaggio dovrà essere comprensibile a un pubblico molto più ampio e con competenze diverse.
E in più dovremo scrivere con esattezza e coerenza sia per il contenuto, per le immagini che per la forma.
 
Cosa si intende per coerenza?
Bisogna raccontare la storia seguendo sempre un filo logico dando “identità ai propri contenuti” facendosi queste domande: “Quale tipo di informazione devo dare?”, “A chi mi rivolgo?”, “Che linguaggio devo usare?”. Solo in questo modo sarò in grado di individuare quale linguaggio usare e quale tipo di informazione devo trasmettere.
 
Ma allora secondo lei, in che modo si deve strutturare l’articolo per rispondere a tutte le esigenze del lettore?
Si parte da un buon titolo.
Il titolo dell’articolo è importante e non deve essere né troppo fantasioso né troppo lungo, soprattutto quando si scrive per il web, dove bisogna fare i conti anche con l’indicizzazione dei motori di ricerca.
Poi l’attacco di cui abbiamo già parlato e i paragrafi brevi.
Se poi il contenuto è molto tecnico e complesso o il testo è particolarmente lungo, consiglio di “spezzarlo” con dei titoletti che diano un’idea del contenuto.
Poi ci sono le regole generali, che valgono per tutti i testi scritti: curare la punteggiatura, dare il giusto significato a virgole, due punti, punto e virgola, tutti strumenti che danno il giusto ritmo al pezzo.
 
Cosa consiglia di evitare nella scrittura?
Evitare, ove possibile, le parole virgolettate nel testo perché vuol dire che quella parola forse non è la più adatta ed è meglio trovarne una più adeguata.
Non usare il tutto maiuscolo quando si scrive, nel mondo internet è come se il testo “urlasse” e per lo stesso motivo evitare di usare il grassetto in modo eccessivo, ma solo dove si vuole evidenziare una parola o una breve frase.
 
E infine qualche consiglio prima di pubblicare l’articolo?
Rileggere il pezzo a voce può aiutare a trovare errori di punteggiatura e di lunghezza del testo.
In generale consiglio di leggere il sito di Sergio Lepri.
Nella sezione didattica si possono approfondire molti degli argomenti di cui abbiamo parlato oggi e in più ci sono suggerimenti utili per un italiano corretto e per fugare i dubbi che non mancano mai quando si scrive.

 




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